Frodi nel settore petrolifero, pochissimi i processi portati a sentenza

Nell’ultima edizione della manifestazione fieristica Oil&nonoil, Verona 23-25 ottobre 2020, si è tenuto il convegno “Illegalità: il punto sulle frodi e i rischi per chi compra” durante cui sono stati ripercorsi i passi compiuti e discusse le possibili iniziative per un contrasto efficace.

L’avvocato Bonaventura Sorrentino, socio fondatore del nostro studio, è intervenuto al convegno insieme a Roberto Galdi, dirigente dell’Ufficio controlli accise – Energie, alcoli e tabacchi, Direzione antifrode e controlli dell’Agenzia delle DoganeSimone Canestrelli, vicepresidente vicario di Assopetroli-Assoenergia, ed Eugenio Sbariggia, responsabile Ufficio normativa tributaria di unem – Unione energie per la mobilità.

QUI DI SEGUITO LE SUE CONSIDERAZIONI IN MERITO A QUANTO EMERSO DURANTE IL CONVEGNO.

“Ritengo che le tesi sostenute dai relatori nel corso del seminario sulle frodi nel settore petrolifero, tenutosi in webinar il 22 ottobre, abbiano delineato in maniera particolarmente chiara e soddisfacente seppure, per quanto mi riguarda, non sempre condivisibile, le diverse posizioni degli organismi rappresentativi della categoria. Non essendo stato possibile, per i tempi e per motivi tecnici, esprimersi in contraddittorio, provo a dire la mia in questo spazio”.
“Ribadisco che processi lenti ed indagini infinite non aiutano la giustizia neanche e soprattutto in casi come quelli che ci riguardano. Il numero rilevante delle indagini in corso e delle azioni penali promosse denunciano un fenomeno criminoso ancora ampiamente presente consolidatosi negli anni e sono pochissimi i processi importanti portati a sentenza (forse uno o due). La pena, specialmente se esemplare, è sempre e comunque quantomeno un deterrente oltre a identificare un delinquente con precedenti specifici in materia di frodi e relative condanne”.

“Sostenere, come riportato nel corso del seminario dal dottor Canestrelli (Assopetroli), che i processi non servono ai fini di debellare il fenomeno, perché gli imputati sono persone che delinquono abitualmente e che presumibilmente continuerebbero a farlo dopo i processi, mi lascia fortemente perplesso. Comprendo che si va a cadere in un discorso di più ampia portata e di diversa competenza per materia, ma è del tutto evidente che una simile asserzione possa lasciare basiti. A riprova il fatto che, come anticipato, nessuno è stato a tutt’oggi processato e le frodi si sono incrementate esponenzialmente. Sarebbe come dire ‘stracciamo il codice penale e di procedura penale’ perché i delinquenti abituali ci saranno sempre ed è inutile processarli”.

“Ho inoltre sostenuto e sostengo che le norme attualmente vigenti sono poco chiare e spesso inadeguate. Un’asserzione condivisa dai più ed incontestabile se consideriamo la scarsa efficacia delle stesse. La conseguenza logica, da me esposta, non può che essere la promulgazione di leggi più chiare oppure che diano chiara interpretazione e siano sinergiche con quelle vigenti. Di certo norme inadeguate non possono contrapporsi in maniera soddisfacente a pratiche fraudolente complesse ed articolate ed infatti non lo stanno facendo. La prova provata è che queste norme non sembra stiano non dico debellando ma forse neanche frenando il fenomeno. Da che mondo è mondo se le norme non funzionano o si modificano o si cambiano, utilizzando ulteriori fonti normative. Di contraria opinione Assopetroli, ritenendo che non si necessiti di nuove norme ma che basti utilizzare quelle che ci sono”.

Il diritto però è soprattutto chiarezza e la certezza del diritto è garantita da norme scritte che funzionino. Assolutamente d’accordo con la tesi sostenuta dal dottor Sbariggia, responsabile Ufficio normativa tributaria di unem, con riferimento ad una maggiore incisività nella prevenzione dei reati, sostanzialmente nel mirare a prevenirli. Se le norme funzionassero dovrebbero servire anche a quello; non funzionando, mi sembra evidente che occorra emanarne altre anche a tal fine e di certo non forzare inutilmente su quelle vigenti”.

“Si è poi auspicata l’introduzione del reverse charge, tesi condivisibile (sostenuta da tempo anche da Assoindipendenti). Notoriamente un sistema ‘in deroga’ qual è quello in questione, richiede l’assenso dell’organismo europeo per un suo uso ‘temporaneo’ a fronte di un documentato danno erariale nello Stato richiedente. Quindi nulla di nuovo sotto al sole, se non il fatto che ci fu disponibilità in tal senso da parte dell’Europa, ma si fece cadere tutto nel vuoto, forse per divergenze di opinioni tra organismi rappresentativi del settore. Puntuale ed incisivo l’intervento del dottor Galdi, dirigente dell’Ufficio Controlli Accise delle Dogane, che ha sottolineato in maniera esaustiva l’operatività dell’Agenzia e i criteri di applicazione delle norme e dei documenti interpretativi delle stesse”.